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Risarcimento per malasanità: il caso di Francesca

Una giovane ragazza, di appena 19 anni, ci ha contattato, con l’ausilio dei suoi genitori, al fine di sottoporci il suo caso di malasanità.

Qualche mese prima di contattarci aveva notato uno strano gonfiore sotto il collo, e si è recata presso un otorinolaringoiatra per fare gli accertamenti del caso.

Lo specialista che ha fatto la visita le ha detto che si trattava di una ciste sotto il mento e le ha consigliato di sottoporsi ad un intervento chirurgico, definito di routine.

La Sig.na “Francesca” ha quindi preso contatto con l’Ospedale di *********** e dopo tutte le visite del caso, ha deciso di sottoporsi all’intervento chirurgico consigliato.

Dopo poche ore dal termine dell’intervento, Francesca si è subito accorta di non riuscire più a parlare. Nonostante i tentativi, dalla sua bocca non usciva più alcun suono. Il personale sanitario continuava però a dirle che l’intervento era riuscito perfettamente e la voce sarebbe tornata da li a poco.

Vista la gravità della situazione, abbiamo deciso di far visitare immediatamente la ragazza da uno dei nostri professionisti di fiducia. Il nostro medico legale, con l’ausilio di uno specialista, ha accertato che la perdita della voce non era dovuta ad una condizione fisiologica post operatoria, ma causata dal fatto che il chirurgo, nell’estrarre la ciste, aveva accidentalmente reciso due corde vocali.

Sulla base della perizia di parte volta dal nostro consulente medico-legale, i nostri Avvocati fiduciari hanno inviato una richiesta risarcitoria all’Ospedale, con la richiesta di risarcimento del danno biologico, nonché, del grave danno morale subito da Francesca.

L’Ospedale, alla luce dell’evidenza dell’errore commesso dal medico, ha riconosciuto subito la propria responsabilità, ma contestava la quantificazione economica del danno, limitandosi ad offrire una somma ben al di sotto di quella richiesta.

Anche in questo caso quindi i nostri avvocati fiduciari hanno depositato presso il Tribunale un ricorso per Accertamento tecnico preventivo (ATP), con l’intento di trovare una conciliazione grazie alla perizia del Medico Legale super partes, nominato dal Giudice.

Il Medico Legale del Giudice (CTU), ha confermato, di fatto, la quantificazione del danno biologico fatta dal nostro Medico Legale di fiducia, e pertanto, l’Ospedale ha aumentato in maniera consistente la propria offerta economica, avvicinandosi a quella domandata in fase stragiudiziale.

Francesca ha quindi deciso di accettare l’offerta dell’Ospedale e il caso si è chiuso senza la necessita di portare avanti la causa di merito.

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