Risarcimento malasanità: come fare per richiederlo

Quello relativo ai danni dovuti a casi di malasanità è un problema molto avvertito in Italia, che si riscontra tra l’altro piuttosto di frequente con episodi di malasanità che lasciano il paziente abbandonato a sé stesso, il più delle volte senza la possibilità di ottenere un risarcimento equo. Un incubo che, quando si rivela, può […]

Quello relativo ai danni dovuti a casi di malasanità è un problema molto avvertito in Italia, che si riscontra tra l’altro piuttosto di frequente con episodi di malasanità che lasciano il paziente abbandonato a sé stesso, il più delle volte senza la possibilità di ottenere un risarcimento equo. Un incubo che, quando si rivela, può avere conseguenze anche piuttosto importanti.
Ciò che è importante comprendere è che esiste la possibilità di far valere i propri diritti e di richiedere un risarcimento nel caso si sia vittime di episodi di malasanità. Si parla ad esempio di errori medici che vadano a cagionare un danno evidente al paziente. Spesso chi ne è vittima rinuncia a qualsiasi tipo di rivalsa o perché non è cosciente dei propri diritti o in quanto sfiduciato circa la possibilità di ottenere il giusto risarcimento.
Nella realtà, come detto, ci sono concrete possibilità di ottenere ciò che spetta nel caso di errori medici dovuti a malasanità. Vediamo nel dettaglio quali sono queste opportunità e qual è l’iter per ottenere un risarcimento.

Come richiedere un risarcimento per malasanità

Ci sono alcune norme di riferimento, come ad esempio la riforma Gelli del 1 Aprile 2017 che ha stabilito l’esistenza di una prescrizione del danno in ambito sanitario indicata in 5 o 10 anni. In sostanza tale lasso di tempo è quello che la vittima di errore o un suo familiare ha a disposizione per intentare una causa nei confronti della struttura medica.
L’iter da affrontare per richiedere un risarcimento nel caso di episodio di malasanità non è propriamente facile né breve; tuttavia, è bene fare tutto in modo corretto, a partire dalla presentazione della documentazione. Quando si è vittima di errore medico è bene mettere da parte tutte le carte relative all’intervento o al ricovero in questione: si parla dei referti medici, delle ricevute che vadano ad accertare l’effettiva prestazione, delle indagini mediche e degli esami strumentali ecc…
Il paziente deve avere la propria cartella clinica, che per legge deve essere obbligatoriamente consegnata dalla struttura medica al momento delle dimissioni. I tempi per averla sono, mediamente, di 20 o 30 giorni a seguito della richiesta. Una volta messo da parte tutto il materiale si può procedere con la richiesta.

Materiale da consegnare e iter da seguire

Il passo successivo, solitamente, è quello di procedere con una diffida stragiudiziale, presentando un documento nel quale saranno elencate le eventuali responsabilità della struttura sanitaria o del personale medico. Se non arriva alcuna risposta, il paziente può poi procedere a depositare un regolare ricorso per accertamento tecnico preventivo (ATP).
Da precisa che, per tutto questo iter così complesso e articolato, è consigliabile farsi affiancare da realtà apposite che si occupano di supporto per risarcimento nei casi di malasanità. Figure legali che hanno una certa dimestichezza con la materia e che per questo possono affiancare il paziente vittima di errore.
Per i casi di malasanità si può procedere mediamente seguendo due strade: civile o penale. Solitamente si tende ad optare per una causa civile, in quanto più semplice e meno rischiosa, con l’obiettivo di ottenere un risarcimento pecuniario del danno subìto. Il più delle volte si cerca poi di raggiungere una conciliazione tra le parti, così da evitare di andare avanti nel procedimento.

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