Nel vasto panorama dei danni per errore medico ce ne sono alcuni che si ripetono con maggiore frequenza; è il caso delle protesi errate, una fattispecie di sbaglio in ambito sanitario che si registra spesso e volentieri a seguito di interventi di chirurgia plastica per riparazione di difetti funzionali, malformazioni, rimodellamento dei tessuti.
In sostanza interventi che si rendono necessari sia a seguito di traumi che nel caso di difetti di natura congenita. La tecnica più utilizzata in questi casi è quella dell’innesto di protesi per ovviare alla mancanza. Ed è proprio in questa particolare branca della medicina che si possono registrare errori medici tali da portare danni di varia entità al paziente.
La costante crescita di impianti protesici ed il loro ricorso sempre più frequente ha portato anche all’aumento di errori medici oltre che al rischio di introdurre nell’organismo protesi infette, con evidenti danni arrecati. Ciò può avere ripercussioni anche più gravi di una protesi che causi impedimento di tipo meccanico.
Casi più frequenti di danni da protesi mediche
Quali sono le casistiche più diffuse di errori dovuti a protesi, sbagliate o infette? Di seguito elenchiamo alcuni degli interventi in ambito medio chirurgico per i quali il rischio di errore è più frequente rispetto ad altri.
- Protesi all’anca: è uno degli interventi per i quali si registra un numero elevato di richieste di risarcimento, visto che se non viene effettuato in modo corretto può portare a conseguenze anche abbastanza gravi. E questo malgrado il fatto che l’intervento all’anca con inserimento di protesi sia considerato un intervento cosiddetto di routine. Gli errori più frequenti legati ad inserimento protesi sono: dimensione errata della protesi stessa; difetto di fabbricazione; protesi infetta (che causa infezioni); applicazione errata che porta a fratture o lesioni.
- Mastoplastica additiva: l’intervento cui si sottopongono molte donne per aumentare il volume del seno. Anche in questo caso gli errori sono piuttosto frequenti e sono dovuti all’introduzione non corretta delle protesi. Dal punto di vista tecnico con la mastoplastica additiva si procede andando ad inserire protesi mammarie per aumentare il volume del seno: un intervento che oggi prevede tante sfaccettature al punto che i materiali da utilizzare possono essere molteplici, dai più ai meno sofisticati passando per i biocompatibili. I danni legati a questo intervento riguardano prettamente l’errata misura della protesi, l’errata introduzione che causa cicatrici permanenti, asimmetria tra i due seni.
- Protesi odontoiatriche: ci sono poi gli errori dovuti all’uso di protesi in ambito odontoiatrico. La criticità maggiore in questo caso è relativa all’errato posizionamento delle protesi all’interno della bocca o il ricorso ad un impianto dentale sbagliato o difettoso. Il ricorso ad una protesi dentale d’altra parte è sempre finalizzato a ripristinare funzionalità o estetica ella bocca in caso di malfunzionamento o difetti: se non si riesce a creare una protesi adatta al paziente si rischia di fare un danno.
Risarcimenti per protesi mediche
Nei casi verificati di protesi errate che abbiano portato danni al paziente è possibile intervenire chiedendo un risarcimento. È sempre indispensabile seguire l’iter che prevede di presentare tutta la documentazione affinché si possa effettivamente appurare che il danno sia dovuto ad una protesi errata. La casistica più frequente si riferisce alle protesi ad anca e ginocchio, quindi a quelle del seno ed alle protesi dentali.
Nel caso in cui vi siano i presupposti per richiedere rimozione delle protesi, il paziente andrà incontro anche ad un forte stato di stress dovuto al nuovo intervento, alla riabilitazione, al rischio di infezioni ecc… nei casi in cui sia acclarato il difetto di fabbricazione della protesi è possibile citare per responsabilità oggettiva anche l’azienda che l’ha prodotta.
Vi faccio una semplice domanda.
Ebbi nel gennaio 2021 una frattura biossea frammentata ed esposta…ridotta con osteosintesi ma a un mese dall’intervento al primo controllo in ospedale, scopro che il chiodo era troppo lungo e sporgeva dalla testa della tibia impedendo la totale distensione della gamba. Nessuno mi disse quello che andava fatto e che dopo sei mesi dalla operazione feci: sostituzione del chiodo con uno più corto di circa 2 cm. Credo. Questo mi ha causato un ritardo nella guarigione un secondo intervento, il chiodo è ancora dentro, ma nessun danno permanente ne alla gamba ne al ginocchio. Ho un documento di visita da medico legale che attesta questo e tutte le radiografie e ecografie del ginocchio all’epoca del chiodo lungo, che mi costringeva a camminare zoppo. Attualmente sto bene.
Posso richiedere risarcimento?
Buongiorno,
Dal suo racconto sembra effettivamente che sia stato commesso un errore. E’ quindi necessario capire quali sono le conseguenze di questo errore e gli eventuali danni che ha causato, permanenti e non. Se desidera approfondire il discorso può contattarci sia telefonicamente che via mail, un nostro esperto le darà tutte le delucidazioni del caso. Grazie per averci scritto
Pretesi anca destra fatta nel 2016 ha creato un dislivello del bacino di due cm. Sono sportiva e ho 59 anni, da allora dolori a schiena anche piedi, oltre a spese continue di massoterapia e trattamenti vari.. Volevo sapere se ci sono i presupposti per chiedere il riconoscimento dei danni. Grazie
Buonasera Monica. Per poter rispondere alla sua domanda avremmo bisogno di alcune informazioni in più. Se desidera fissare un colloquio con un nostro consulente può scriverci una mail o chiamare e prendere direttamente un appuntamento.
Cordiali saluti