Le fattispecie di danni da malasanità sono tante, come abbiamo visto, e possono portare cause più o meno importanti alla vittima di errore medico; in alcune circostanze, le più gravi, si può arrivare finanche alla morte del paziente portando, in questo caso drammatico, a tutta una serie di interrogativi sulle conseguenze di natura legale.
Un danno da malasanità che sia dimostrato porta alla concessione di un risarcimento, che può variare in base alla tipologia del danno stesso, alla fattispecie di errore e ad altri parametri che rendono poi il risarcimento personalizzato sulla base delle Tabelle del Tribunale di Milano. Cosa succede nel caso peggiore, malaugurato, ovvero se sopraggiunge la morte del paziente a causa di un errore medico?
In linea generale, in questo caso il risarcimento spetta di diritto ai familiari diretti del paziente defunto, ovvero al coniuge, ai genitori, ai figli (se presenti) a fratelli e sorelle. Vediamo nel concreto come avviene l’iter.
Il risarcimento per i familiari del paziente
Il risarcimento spetta quindi ai familiari diretti anche se al momento del decesso del paziente non convivevano con lui. Ovviamente, proprio come accade per i casi di risarcimento per danni meno gravi, la colpa dovrà essere provata e in questo caso così estremo sarà onere dei familiari stessi il dover dimostrare che si è subìto un danno che ha portato poi al decesso del paziente.
Una questione piuttosto delicata anche perché è scontato che i parenti si trovano in un momento di dolore, legato proprio alla perdita del caro, motivo per il quale non hanno la mente lucida da subito per analizzare la situazione. Ovviamente si deve andare a comprendere se tale incidente potesse essere in qualche modo evitato e, di conseguenza, se si può ravvisare una condotta sbagliata da parte del personale medico tale da aver cagionato la morte del paziente.
Come si quantifica il risarcimento per eredi del defunto?
Partiamo da un assunto: si tende a pensare che la richiesta di risarcimento possa essere richiesta solo da parenti più vicini alla vittima, in realtà a tentare di rivalersi possono essere anche altri familiari e parenti non legati necessariamente da vincoli, come ad esempio il matrimonio. Ciò che fa la differenza è il fatto che tra la vittima e il parente che richiede il risarcimento vi si stato un effettivo e dimostrabile rapporto affettivo duraturo.
In sostanza si può richiedere un risarcimento danni legato alla morte di un caro a seguito di un errore medico non soltanto se si aveva un vincolo di sangue con la vittima, ma anche nel caso in cui esistesse una relazione profonda con quella persona: può essere ad esempio il caso di un fidanzato o una fidanzata che perda il suo partner, magari prima di sposarsi, a causa di un errore medico.
Come si procede per quantificare il danno ed il relativo risarcimento da versare ai familiari della vittima di errore medico? Anche in questo caso, come per gli errori che non portano necessariamente alla morte, si fa affidamento alle tabelle del Tribunale di Milano che vanno ad indicare le somme spettanti a ciascun familiare aventi diritto, a seconda proprio del livello di legame: quindi se si è fratello, sorella, figlio, moglie / marito, padre ecc…
Da specificare infine che il diritto al risarcimento per i parenti di vittime a causa di errori medici si prescrive in 5 anni, ovviamente a partire dal momento in cui venga acclarato che il motivo del decesso è stato effettivamente un errore medico.