Quali sono i casi più comuni di errori medici?

Gli errori medici sono sbagli frequenti in corsia che possono portare a conseguenze anche piuttosto impattanti sul paziente: un dato aggiornato parla di oltre 35 mila richieste di risarcimento per errori di questo genere in Italia su base annua, il che crea una serie di cause pendenti in ambito medico. A fare la differenza è […]

Gli errori medici sono sbagli frequenti in corsia che possono portare a conseguenze anche piuttosto impattanti sul paziente: un dato aggiornato parla di oltre 35 mila richieste di risarcimento per errori di questo genere in Italia su base annua, il che crea una serie di cause pendenti in ambito medico.
A fare la differenza è la tipologia di errore medico con i danni che questo può causare: episodi di malasanità possono portare a conseguenze lievi, a danni fisici temporanei, così come disabilità permanente e, nei casi più gravi, anche la morte. Allo stesso modo anche gli ambiti di errore possono essere svariati, si va dalla sala operatoria alla corsia passando anche per la sala parto.
Partendo da questo quadro così in chiaroscuro, quali sono gli errori medici più frequenti che si registrano nelle strutture ospedaliere italiane? Vediamo di seguito una carrellata dei più diffusi dividendoli per tipologie.

Tipologie di errori medici maggiormente diffuse

Secondo dati diffusi dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) il 10% circa dei pazienti che richiedono una prestazione in Italia va incontro ad un errore medico durante un trattamento sanitario: al primo posto ci sono le infezioni ospedaliere correlate all’assistenza, nelll1% dei casi circa si assiste poi a decessi dovuti proprio all’infezione stessa. Tornando sulle tipologie di errori, possono essere identificate le seguenti fattispecie.:

  1. Comportamenti legati ad operazioni di routine: quando una data azione viene ripetuta centinaia di volte da un membro del personale sanitario, il rischio è quello di comportarsi in modo automatizzato andando ad eseguire il medesimo trattamento per un caso simile a molti altri già trattati in precedenza;
  2. Situazioni impreviste: quando capita una situazione di questo genere, un operatore può non essere in grado di intervenire e di conseguenza deve comunque ricorrere alle sue abilità per tentare di risolvere la problematica. Ovviamente il rischio è quello di fare uno sbaglio;
  3. Scelta tra più soluzioni: in questo caso un medico ha diverse soluzioni tra le quali optare, che ai suoi occhi potrebbero essere tutte valide, e deve essere in grado di scegliere quella più adatta, senza sbagliare.

Perché si sbaglia in corsia? Di base le motivazioni possono essere differenti: si va da sbagli legati all’organizzazione della struttura sanitaria passando per carenza di personale (una piaga molto diffusa in Italia), mancanza di apparecchiatura adeguata, errori degli operatori a causa di stress da eccessivo lavoro (si parla ad esempio dei turni massacranti ai quali sono spesso sottoposti).

Quali sono gli interventi più a rischio?

Entrando più nel dettaglio tecnico, quali sono nelle strutture italiane gli interventi maggiormente a rischio? Al primo posto si trovano gli interventi chirurgici con riferimento a ritardo nell’intervenire o ad uno sbaglio vero e proprio. Tra gli interventi che riscontrano il più alto tasso di errori troviamo:

  1. la chirurgia coronarica;
  2. la chirurgia del colon;
  3. il parto con taglio cesareo;
  4. la colecistectomia;
  5. le protesi ad anca e ginocchio.

Seguono poi gli errori di diagnostica, quindi durante la fase di diagnosi con indicazioni sull’iter da seguire. Infine, ci sono gli errori terapeutici e quelli legati alle infezioni contratte sia in ospedale che in Pronto Soccorso. In sostanza tante fattispecie di errori che possono causare danni anche importanti al paziente: fondamentale è ricordare che per eventi di questo genere è possibile sempre procedere in sede legale richiedendo il giusto risarcimento.

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